Secondo un recente studio condotto dall’Università di Buffalo (New York), le donne usano i social media molto più degli uomini.
Di fronte a questo risultato Micheal A. Stefanone, autore dello studio, afferma:
“I risultati suggeriscono persistenti differenze nel comportamento di uomini e donne che derivano da un focus culturale sull’immagine femminile e l’aspetto“
Superficialità? No, insicurezza.
Sebbene le lotte abbiano portato la figura della donna a essere maggiormente riconosciuta nella società, alcuni retaggi culturali persistono. Infatti, è innegabile che ancora oggi le donne siano costrette a dover fare uno sforzo in più per dimostrare il proprio valore. A testimonianza di ciò le recenti polemiche a Giovanna Botteri.
Questo, nell’utilizzo dei social media, si traduce in una più o meno inconscia ricerca di approvazione e bisogno di community. Avere un pubblico di sostenitori o semplicemente qualcuno con cui chiacchierare è da sempre per le donne una necessità assoluta. Quindi farsi trovare pronte e avere un feed ordinato e curato è un po’ come tirare fuori la teiera migliore per il the con le amiche. Una cura, questa, che richiede sempre più ore attaccate al nostro smartphone. Complice di tutto ciò probabilmente gli infiniti anni di repressione in cui se le donne non avessero fatto gruppo per far sentire la propria voce, oggi vivremmo una realtà completamente diversa.
La situazione al maschile, invece, ha ben altra faccia. Per gli uomini i social sembrano rappresentare un passatempo senza alcun fine. Non avvertono la necessità di mostrare la migliore immagine di sé. Scrollano il feed e postano contenuti, senza curarsi della forma. Con la stessa semplicità con la quale aprono l’armadio e indossano la prima T-Shirt che trovano.
Con quella stessa semplicità che noi non conosciamo.
Della necessità di mostrare maggiore autenticità sui social e di osservare con occhio consapevole i contenuti mostrati si è parlato molto negli ultimi anni. Tanto che recentemente è stata data vita a un movimento che prende il nome di “Anti-Instagram” , con il fine di combattere la finzione dalla quale siamo quotidianamente bombardati. Ma ciò sui cui i risultati dello studio di Buffalo ci inducono a riflettere è qualcosa di molto più sottile. Uno di quei tanti comportamenti che diamo per scontato ma che dietro nasconde verità più profonde.
Ovviamente non è possibile generalizzare. Esistono donne senza immagine del profilo e uomini con un feed brillante. Lo studio condotto mira, infatti, a darci un’idea generale dell’attuale mondo digitale. Una realtà che sembra integrarsi sempre di più con le nostre vite, tanto da far emergere delicati temi socioculturali, come in questo caso il ruolo della donna.
Dobbiamo dunque smettere di curare la nostra immagine sui social per mostrarci indipendenti dallo stereotipo di femminilità richiesto dalla società?
No, affatto.
Ma dobbiamo postare ricordando che lo facciamo per noi stesse e non per convalidare il nostro valore.
(Quindi sì, quella foto con il trucco sbavato che ti fa sorridere va assolutamente postata!)