Noi Millennials lo sappiamo bene: riuscire a realizzare la carriera dei propri sogni è un’impresa più unica che rara. Le Università, salvo alcuni casi specifici, non ci formano abbastanza nel concreto e la già esigua richiesta del mondo del lavoro, preferisce chi ha già esperienza, o quanto meno chi già qualcosa sa fare. Se a tutto questo sommiamo il momento di sconforto che tutti noi viviamo intorno ai 25 anni e il bombardamento social che ci mostra quotidianamente le vite patinate degli influencers, gettare la spugna ci appare l’unica mossa sensata da fare.
Ma è davvero giusto rinunciare alla propria carriera soltanto perché siamo nati in un’epoca che ci richiede uno sforzo in più?
Assolutamente no.
Infatti, ciò che molto spesso dimentichiamo, presi dalla nostra gioventù, è che il lavoro è una parte fondamentale e consistente della nostra vita che ci accompagnerà a lungo. Certo, non è mai troppo tardi per cambiare rotta ma non possiamo neppure negare che le energie che abbiamo da investire a vent’anni sono molto diverse da quelle che avremo a cinquanta. Magari anche con una famiglia a carico. Quindi, perché gettare la spugna proprio adesso?
Le cose che si possono fare per inseguire i propri sogni sono diverse.
Innanzitutto inizia a coltivare la carriera dei tuoi sogni anche mentre studi. Le aziende, in qualsiasi ambito, sono spesso ben propense ad accogliere giovani leve tra i loro uffici. Certo, con ottime probabilità non verrai retribuito, o comunque non abbastanza, e probabilmente dovrai rinunciare a qualche aperitivo infrasettimanale con gli amici, ma ne uscirai con quella famosa “esperienza” che spesso viene richiesta negli annunci di lavoro. E anche con la tua personale rete di contatti, che quando meno te lo aspetti, può tornarti utile. Eccome!
Un’altra strada è quella del rimanere sempre informati sugli sviluppi del proprio ambito. Siamo la generazione nata nell’era tecnologica e questo inevitabilmente ha un impatto enorme anche nel mondo del lavoro. Se diversi decenni fa un settore rimaneva invariato per altrettanti interminabili decenni, oggi è molto probabile che nell’arco di pochi mesi quello che credevi di conoscere è già tra i manuali di storia. L’istruzione tradizionale in questo fa solo una parte: ci da le basi, importantissime, certo, ma come sfruttare il nostro sapere nel nostro lavoro, quella è responsabilità nostra. Ad oggi è necessario avere tutta una serie di skills trasversali e conoscenze che appartengono solo in senso lato al nostro ambito dalle quali è impossibile prescindere. Il consiglio che ti do, quindi, è quello di osservare e valutare attentamente il tuo settore, capire ciò che ti manca e apprenderlo in autonomia o frequentando dei corsi. Con questo bagaglio di conoscenze, credimi, sederti a fare un colloquio e sapere di cosa stai parlando ti darà decisamente un marcia in più e a prescindere dall’esito, potrebbe trasformarsi in un’esperienza stimolante e non spaventosa (o almeno non solo!).
The last but not list: non fermarti in attesa che ciò per cui hai studiato ti faccia guadagnare. Rimani attivo nel tuo settore, non smettendo mai di formarti e di cogliere anche le più piccole opportunità di collaborazione, ma in attesa che il tuo sapere si trasformi in lavoro a tutti gli effetti, fai altro. A volte anche dietro l’impiego che mai avresti pensato si nascondono delle grandissime opportunità di crescita professionale, ma soprattutto, personale. Il fatto stesso di essere economicamente autonomo, di avere delle responsabilità, dei colleghi, ti formerà molto più di quello che credi. Senza considerare il fatto che, molto spesso, fare esperienza in un settore lontano dal nostro, ci schiarisce le idee e ci rende ancora più determinati. E agli occhi di un recruiter apparirai esattamente per ciò che sei: una persona disposta anche a sporcarsi le mani per inseguire il proprio sogno. E tu tra un candidato che aspetta che il vento soffi a favore e uno capace di affrontare la tempesta chi sceglieresti?
Ora che nella tua mente hai ben impressa la risposta a questa domanda, preparati a salpare e ricordati che quando desideri veramente qualcosa, l’ultimo tentativo è sempre il penultimo.