Ha 140 anni e se li porta benissimo, Heidi, il romanzo pubblicato da Johanna Spyri nel 1880, diventato poi cartone animato. La storia della solare bambina che vive tra i monti ha cresciuto e tenuto compagnia a decine di generazioni in tutto il mondo, e continua a farlo. Infatti, una recente versione del cartone animato è da pochi anni comparsa nelle case di molte famiglie.

Ma cosa rende Heidi una narrazione mai fuori moda?

Le motivazioni che possiamo individuare sono molteplici, primo fra tutti il bagaglio ricco di valori, che questa storia porta con sé. In questo articolo, però, ci soffermeremo soltanto sui tre che secondo me sono le colonne portanti del successo di questo cartone animato.

Primo fra tutti c’è l’esaltazione della natura. La vita bucolica condotta da Heidi ci riporta alla nostra essenza primordiale di appartenenti a un mondo composto da diverse forme di vita, e non solo quella umana. Gli amici di Heidi non sono solo bambini, ma anche piante e animali, esaltati dalla ragazzina come esseri viventi degni di rispetto tanto quanto gli esseri umani. La delicatezza e la spontaneità con la quale Heidi interagisce con il mondo che la circonda, ci ricorda di non essere soli su questo pianeta e quanto sia forte la connessione che ci lega alle altre forme di vita presenti sulla terra, rendendoci più responsabili e consapevoli.

Un altro aspetto molto importante è la libertà. La spensieratezza con la quale Heidi vola sulla sua altalena sulle cime dei monti, ci ricorda la leggerezza con la quale dovremmo vivere la vita, lontani dai vincoli e dalle aspettative che ci impone la società. La contrapposizione tra la vita di città e quella di montagna è forse nel cartone animato eccessivamente rimarcata e personificata dalla piena di regole Signorina Rottermeier, ma rende molto bene l’idea della trappola nella quale molto spesso la società ci fa cadere. In netta contrapposizione con il personaggio della signorina Rottermeier, Heidi ci mostra che il vero lusso risiede nella semplicità. Quella fatta di pochi artifizi, piedi scalzi sull’erba e alimentazione data dalle materie prime, così nutrienti per il corpo e preziose per l’anima allo stesso tempo.

Il tutto collegato da un unico filo conduttore, quello dell’amore, che raggruppa insieme tutte queste componenti. L’amore verso la natura, verso gli altri, ben rappresentati da un burbero nonno, che di fronte ad Heidi e al suo modo di vivere la vita riscopre la sua, Clara e il suo grave problema fisico, che non rappresenta in alcun modo un limite per la bambina. Ma soprattutto il ben rappresentato amore verso se stessi. Heidi nella sua ingenuità riesce alla fine sempre a trovare il giusto equilibrio tra le sue esigenze e quelle del mondo che la circonda. Anche di fronte alla necessità di trascorrere del tempo a Francoforte, alla fine trova il modo di tornare sui monti, laddove lei è felice. Heidi non rinuncia mai alla sua libertà.

Crescendo, molti iniziano a considerare questa storia banale, ingenua e poco reale. E in un certo senso, se pensiamo alla vita che quotidianamente la maggior parte di noi conduce, potrebbe sembrarlo. Ma sebbene sia sempre opportuno ricordare che ci troviamo di fronte a una storia per bambini e quindi ragionevolmente a tratti semplice e pittoresca,  non è forse questa marcata percezione di distacco tra la nostra vita e quella descritta da Jhonna Spyri a metterci di fronte a quanto il progresso tecnologico abbia creato una voragine tra noi e ciò che conta veramente? Forse se imparassimo a guardare questo cartone animato concentrandoci di meno sui singoli avvenimenti e di più sul messaggio generale che vuole lasciarci riscopriremmo un grande patrimonio capace di rendere la nostra vita ancora più preziosa.