Ha suscitato grande curiosità quello in Canada, ma da qualche anno, con grande orgoglio, possiamo dire di averlo anche in Italia. Stiamo parlando del “Bosco della Vita”, che grazie al meraviglioso team di Boschi Vivi, ha preso vita nel giugno 2018 nell’Alta Valle dell’Orba, nel cuore della Liguria, un’area di 11 ettari che sta venendo riqualificata tramite tagli selvicolturali selettivi, che andranno ad eliminare le specie arboree non autoctone, e che vedrà la realizzazione e riqualificazione della sentieristica all’interno del bosco. Boschi Vivi non è solo un luogo della memoria ma un’area boschiva restituita  all’intera comunità. L’idea dalla quale sono partiti i meravigliosi ragazzi di Boschi Vivi, è quella di dare vita dopo la morte, anzi, come spiegano loro nel loro motto: “una vita oltre la vita”, un albero come memoriale vivente e in continua evoluzione, al di sotto del quale riposano le ceneri delle persone che hanno scelto di trascorrere una nuova vita nel bosco.

Un’alternativa ecologica al cimitero tradizionale, insomma, che contrariamente a quanto si possa pensare per via della presenza della Chiesa in Italia, non ha incontrato difficoltà legislative di alcun tipo. Al contrario, la magnifica idea nata in Liguria, è stata accolta con grande entusiasmo. Probabilmente le motivazioni principali sono da ricercare in primis nell’inclusione: infatti, all’interno di questo bosco non esiste religione o differenza di alcun tipo. Tutti possono accedere al servizio o semplicemente averne accesso anche solo per un passeggiata o una meditazione, per esempio. Un bosco in cui non si è esseri umani o animali, Cristiani o Musulmani, ma semplicemente appartenenti a un Universo comune. Un Universo comune del quale, anche se spesso lo dimentichiamo, siamo tutti responsabili. Fare una scelta di questo tipo, infatti, significa prenderci cura non solo dei nostri cari, ma anche di noi stessi, del mondo che ci circonda, dell’ecosistema e dell’Universo stesso. Gli alberi sono per eccellenza il simbolo della vita, il nostro ossigeno senza il quale non potremmo vivere e ogni volta che ne piantiamo uno o ce ne prendiamo cura stiamo regalando vita nuova, perché se la morte non possiamo evitarla, la vita la possiamo invece scegliere.

Inoltre un altro importante punto a favore di Boschi Vivi è la sua capacità inconscia di mandare un chiaro messaggio di rieducazione al lutto. Quante persone sono spaventate o comunque appesantite dall’idea di dover andare al cimitero? Quel luogo freddo, pregno di dolore e di morte, dove l’unica cosa a dare colore sono dei mazzi di fiori appesi a un marmo? Molte. Molte più di quelle che immaginiamo. Boschi Vivi supera questo concetto offrendo una nuova visione della morte che non è più vista come la fine di qualcosa, ma come un nuovo inizio, dove non sono necessari fiori, perché la natura è già tutta intorno. In qualche modo questo contribuisce in larghissima parte anche all’elaborazione del lutto da parte dei familiari e anche il momento della visita assume connotati nuovi: il triste pellegrinaggio da lapide a lapide è ora una piacevole, rigenerante e piena  di vita passeggiata nel bosco, dove intorno non ci saranno necessariamente persone affrante dal dolore per la perdita, ma anche semplici amanti della natura che hanno voglia di concedersi una giornata tra gli alberi. Infatti, il bosco è aperto a tutti e non bisogna avere per forza qualcuno a cui far visita per potersi godere questa grande bellezza.

Certo, un’idea di questo tipo è solo un germoglio rispetto alla radicata tradizione che ci portiamo dietro di morte vista come inesorabile e tormentato dolore, ma il fatto stesso che qualcosa di nuovo stia germogliando è esattamente ciò che dovrebbe farci sorridere. Il cambiamento parte dal singolo per poi prendere la folla e forse è proprio arrivato il momento di iniziare a ripensare e ridisegnare i contorni di ciò che temiamo di più, che altro non è che un prezioso nuovo inizio.

Se vi siete incuriositi potete visitare il sito di Boschi Vivi: www.boschivivi.it