Sono impresse davanti ai nostri occhi quelle immagini shock. Era l’11 Settembre 2001 e in pochi minuti una parte di storia dell’Occidente è cambiata per sempre. Ma non solo. Intorno a quel caos, a quel terrore, a quella foga di capire che cosa stesse accadendo c’era qualcosa di molto più prezioso: la vita.
A testimoniarlo le tre lettere che sono state ritrovate. Erano state imbarcate nei sacchi postali caricati a bordo dei due aerei dirottati per colpire le Torri Gemelle. Vengono chiamate “crash covers” e sono ormai dei cimeli storici di una giornata che tutti vorrebbero dimenticare. Ma non si può. Non si può perché a distanza di 20 anni la strage dell’11 Settembre è ancora davanti agli occhi di tutti noi e sulla pelle di chi, quel dolore l’ha toccato con mano.
Le tre lettere dall’11 Settembre
Ad oggi sono tre le lettere che si contano. L’ultima raccontata dal quotidiano “Sun” di Lowell (Massachusetts). Il mittente di questa lettera è un cittadino di Chelsford, che scriveva ai suoi zii a Los Angeles, in California. La lettera è stata ritrovata strappata in un angolo e bruciacchiata da un tecnico che lavorava vicino alle Torri. Era uno dei presenti all’attacco e uno dei pochi sopravvissuti, che qualche tempo dopo è tornato su quella terrazza, dove ha trovato la lettera. Anche se in ritardo e con un evento mondiale di mezzo la missiva è giunta nelle mani dei destinatari.
Una testimonianza simile è quella di una fattura spedita da Rochester per la California. Niente di personale, insomma, ma un altro pezzo di vita quotidiana, volato via da uno degli aerei e ritrovato in strada a un paio di isolati dalle Torri. Anche questa è giunta poi al suo destinatario.
Ha fatto un giro un po’ più lungo, invece, prima di arrivare a destinazione, la missiva che conteneva un invito a un matrimonio. Spedita da Cape Neddik a Los Angeles, passata per Londra, per mano di una una persona che testimonia di averla trovata per strada a New York. Era l’invito a una festa, a un momento di gioia e di condivisione, ma il fato ha voluto, che prima di arrivare alla gioia, passasse per il dolore, un dolore così grande come quello dell’11 Settembre.
Reperti sorti dal nulla
Di quell’ 11 Settembre non ci rimane nulla. Quelle esplosioni hanno letteralmente ridotto tutto in polvere, compresa una parte di storia. Ma qualcosa è sopravvissuto, qualcosa che è notoriamente più forte del delirio umano: la vita, in tutta la sua essenza. Probabilmente se l’11 Settembre fosse stato di qualche anno dopo, di quel giorno non ci rimarrebbero neppure le lettere. Qualche cellulare, e qualche notifica, forse, ma niente di più. Ma l’11 Settembre è marchiato 2001 e a salvare quegli sprazzi di quotidiana normalità interrotta nel cielo, la scrittura, in un’epoca in cui non esisteva la tecnologia. In un’epoca in cui ancora si conosceva il valore dell’inchiostro su carta, delle parole che volavano in cielo da uno Stato all’altro, avvolte in una piacevole attesa. Storie di un tempo lontano, neanche poi troppo, forse, che, ancora oggi, a distanza di 20 anni, ci ricorda quanto preziosa e fortuita sia la vita. Quella stessa vita esplosa in pochi minuti, rimasta sospesa nell’aria, e poi ritrovata sotto forma di parole sulle strade di una città che lottava per trovare una nuova normalità.