Ciò che è stato chiaro sin da subito ai miei genitori quando sono nata è che no, non sarei mai stata una di quelle bambine tranquille e silenziose che si stiracchiano nel lettino. Ma, a dire il vero, neppure una di quelle ribelli senza regole. Semplicemente sarei stata Desirèe, un’ impegnativa brunetta arrivata all’improvviso, attiva, chiacchierona, curiosa e piena di perché. L’abilità di parlare incessantemente per un numero indefinito di ore è stata una delle prime cose che ho appreso. Frenarmi era impossibile: scoprivo, anche la più banale delle cose, e dovevo raccontarla.

E più crescevo e più non mi bastava condividere solamente con i miei affetti più cari, ma avvertivo un vero e proprio desiderio di divulgazione. Tanto che quando i miei genitori mi facevano arrabbiare, li minacciavo che avrei scritto sul giornale, o alzavo il telefono digitando numeri a caso, sperando che qualcuno dall’altra parte mi rispondesse: perché, insomma, io dovevo raccontare!

Non a caso il primo regalo che mia mamma mi fece all’inizio della prima elementare fu una penna, una preziosissima sferografica arancione tenue, lo stesso che senza accorgermene ho scelto per il mio logo e il mio sito.

Ricordo ancora perfettamente il momento in cui siamo entrate in cartoleria per acquistarla e come stringendola tra le mani, avessi la non ancora chiara, ma comunque forte, percezione di aver ricevuto quel pomeriggio qualcosa di più di una semplice penna.

Inutile dire che più passavano gli anni e più la mia passione per l’arte del comunicare cresceva. Studiavo storia e rimanevo incantata dall’abilità oratoria degli antichi greci, guardavo la tv e studiavo i personaggi a tal punto da anticiparne le battute e potevo passare anche intere ore ad analizzare una parola per le sue origini, le sue sfumature di significato e il suo potere comunicativo.

Così, crescendo, ho trovato qualsiasi modo per assecondare questo mio irrefrenabile bisogno. Ho iniziato a presentare spettacoli ed eventi, a scrivere per giornali e siti web, a portare la mia voce in radio e in tv.

La verità, però, è che non mi sono mai realmente resa conto di quanto questo rappresentasse per me una necessità, una priorità assoluta, fino al giorno in cui di fronte all’ennesimo “ma cosa vuoi fare da grande?” seguito da silenzio, ho capito che la risposta ce l’aveva proprio lei, quella vivacissima brunetta, che da sempre non fa altro che ripetermi:

“De, io da grande voglio scoprire cose nuove e raccontarle alla gente.

Io da grande voglio raccontare storie”